Dopo un po’ di pausa, eccoci di ritorno per un’intervista a un autore di successo che ci presenta la sua ultima opera, portandoci tra i meandri della Seconda Guerra Mondiale e degli intrighi intorno all’oro rubato dai Nazisti.
Gianfranco Manes ci presenta L’oro degli Ebrei.
Trovate più informazioni sul sito ufficiale del libro.
Chi è Gianfranco?
Che domanda, davvero difficile! Diciamo solo uno che non si è stancato di accettare le sfide che la vita fortunatamente gli offre…
Raccontaci brevemente il tuo ultimo romanzo: L’oro degli Ebrei.
Vi rimando alla sinossi per la trama e aggiungo solo che è un thriller ambientato in una vicenda storica che pochi conoscono, il ruolo che banche e banchieri hanno avuto nel sostenere la guerra della Germania di Hitler, e anche dopo. All’interno della storia, le vicende dei protagonisti si intrecciano fino all’esito finale di una imprevedibile resa dei conti.
Descrivi il libro con tre aggettivi.
Coinvolgente (spero), storicamente documentato sicuramente e in alcune parti anche divertente
Una scena del libro che ti piace particolarmente?
Ogni autore finisce per convivere con i propri personaggi come se fossero reali per cui è difficile scegliere un episodio in particolare. Dovendo, direi il momento in cui i protagonisti si preparano per l’agguato in un’atmosfera di grande tensione. Una scena che ho vissuto personalmente con grande intensità.
Raccontaci uno dei quattro giovani protagonisti.
Tre uomini e una donna coraggiosa. Ciascuno rappresenta una faccia diversa della medesima realtà, la lotta per dare un futuro al popolo dei sopravvissuti all’Olocausto. Myriam è comunque al centro del romanzo, anche quando non è presente, non perché donna ma perché riassume in sé la tragedia di quel periodo e la forza per superarlo.
Cosa non sappiamo del rapporto tra le banche svizzere e i nazisti?
Molto. Io l’ho scoperto quasi per caso e mi sono trovato davanti a una rete di complicità, silenzi, reticenze e depistaggi che vengono da molto lontano… da dopo la scomparsa di Roosevelt quando il potere negli USA è stato assunto da personaggi di ambigue relazioni ed espressione di oscuri interessi.
Da dove nasce l’interesse per questo particolare periodo storico?
Penso che in quel periodo il Bene e il Male si siano fronteggiati con una chiarezza che si riscontra in pochi altri periodi; non potevano esserci ambiguità o indecisioni sulle scelte di campo, tutto era chiaro per chi voleva vedere. L’umanità è stata realmente sull’orlo di una svolta che avrebbe potuto distruggere millenni di civiltà per sostituirli con qualcosa di così tremendo, che è perfino difficile immaginarlo. Raccontare le storie di quelli a cui dobbiamo la possibilità di vivere, se non nella piena libertà almeno in una non dittatura, è un modo per rendere loro omaggio.
Raccontaci un po’ del tuo rapporto con il romanzo storico, sia come lettore che come autore.
L’interesse per la storia l’ho sempre avuto, perché attraverso la storia possiamo ricostruire le vicende umane scoprendo nel dipanarsi degli avvenimenti la realtà sottostante che spesso non emerge o emerge distorta nei romanzi tout-court. Non avrei mai scritto un romanzo senza uno sfondo storico di riferimento perché non sono uno scrittore di professione. Come lettore ho letto molto Follett, Ludlum, ovviamente Eco e anche Clancy. Il mio riferimento per l’eleganza narrativa resta comunque il Manzoni dei Promessi Sposi. Sul piano storico La Seconda Guerra mondiale di Winston Churchill, ovviamente.
Quali sono le difficoltà nello scrivere un romanzo storico?
Direi quella di conciliare il rigore della ricostruzione storica con il ritmo della narrazione.
Io ho una vera ossessione per la fedeltà della ricostruzione storica al punto di andarmi a documentare su qualunque dettaglio, anche insignificante, come per esempio il tipo di sigarette che il personaggio storico fumava. Lo considero un dovere nei confronti del lettore e anche una necessaria predisposizione d’animo per lo scrittore. Per questo ho fatto un sito web nel quale ho raccolto parte della documentazione storica a beneficio non solo dei lettori, ma anche di chi fosse interessato ad approfondire: https://orodegliebrei.online/
Puoi dare qualche consiglio a chi vorrebbe cimentarsi in questo genere letterario?
Leggere tanto, tanto, tanto prima di prendere la penna in mano.
Qual è l’ultimo romanzo storico che ti è piaciuto particolarmente e perché?
Fu sera e fu mattina di Ken Follett. Elegante nella narrazione e molto ben documentato, anche se distante dalla nostra cultura mediterranea.
C’è un altro periodo storico in cui ti piacerebbe ambientare un romanzo?
I primi vent’anni del ‘900 per come hanno cambiato la nostra visione della natura e dell’universo grazie all’ irripetibile impulso di un gruppo di menti scientifiche eccelse. Una convergenza di opportunità e situazioni che non potrà mai più ripresentarsi nel futuro dell’umanità.
Quali progetti letterari hai per il futuro?
Qualcosa ho in mente e forse proprio legato a quanto ho appena detto sopra. Mi piacerebbe riuscire a divulgare la visione della fisica moderna in forma comprensibile anche a chi non ha alcuna formazione scientifica, ma mi rendo conto, ogni volta che mi addentro in quel terreno, che la reazione è di tale disorientamento che non ho il coraggio di andare avanti.
Infine, ti ringrazio per questa opportunità.
Grazie a te Gianfranco per averci presentato il tuo libro e averci dato qualche consiglio su come scrivere un romanzo storico!