Prima intervista del 2021, ti presento oggi Elio Capriati, autore di numerosi racconti, che vuole presentarti la sua ultima opera: Suite medievale.
Si tratta di una silloge di racconti storici che hanno come tema conduttore il Sacro Graal. La narrazione si snoda a cavallo tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV.
- CAPRIATI, ELIO (Autore)
Ecco a voi Elio Capriati (pagina Facebook ufficiale):
Chi è Elio?
Sono una persona che si diletta a scrivere romanzi e racconti storici. Fin da studente ho provato una certa attrazione per la storia, intesa non solo come “magistra vitae”, ma anche come un gigantesco contenitore di vicende, persone, sentimenti e passioni tanto potenti da farti viaggiare nel tempo e nello spazio stando in poltrona.
La radice di tale interesse me la sono spiegata riandando ai miei ricordi infantili di fine anni ’50, quando, agli inizi di dicembre, accompagnavo mia madre a San Gregorio Armeno allo scopo di cercare statuine e accessori per arricchire il presepe di famiglia.
Al ritorno della “spedizione”, essendo mia madre devota di Santa Chiara, era d’obbligo la tappa presso l’omonima Basilica. Per me entrare nella trecentesca chiesa era come fare un tuffo in un remoto passato popolato di guerrieri e di regine. Mentre mia madre si raccoglieva in preghiera, io avanzavo fino all’altare principale per guardare da vicino i monumenti funerari di Carlo d’Angiò duca di Calabria, di Maria d’Angiò-Durazzo e, soprattutto, quello splendido eretto in onore di re Roberto il Saggio. Mi chiedevo quali gesta avessero compiuto per meritare tanto onore.
Questa curiosità mi è sempre rimasta tanto da leggere, anni dopo, opere di grandi storici sul Medioevo. Successivamente allargai lo sguardo e, soprattutto negli anni del mio lavoro presso l’Ufficio studi di una grande banca m’interessai al periodo – compreso tra metà del Settecento e inizio del Novecento – durante il quale Napoli e i territori circostanti furono meta di tanti stranieri, specialmente europei, come svizzeri, francesi, inglesi, tedeschi, non solo per ragioni turistiche ma, anche, per svolgervi attività finanziarie, commerciali e industriali.
Perchè dei racconti invece di un romanzo?
Ho scelto la forma racconto perché i vari brani narrano storie avvenute in tempi cronologicamente distanti uno dall’altro e con diversi protagonisti. Tuttavia, essendo i racconti legati da un comune filo conduttore, alla fine del libro, il lettore avrà la sensazione di aver letto dei racconti come fossero tanti capitoli di un romanzo.
Quale racconto ti piace particolarmente?
Il racconto a cui tengo di più è “Missione disperata”, dove s’intrecciano il dramma di un padre che vede morire il figlio prediletto e l’estremo tentativo di salvarlo con una missione disperata, quasi impossibile. Ha vinto come racconto inedito un premio letterario e viene pubblicato per la prima volta in “Suite medievale”.
Descrivi il libro con tre aggettivi.
Scorrevole, coinvolgente, emozionante
Cosa ti ha spinto ad ambientare il libro nel XII e XIV secolo?
Come ho detto prima, fin da ragazzo mi piaceva immergermi nel misterioso mondo medievale, in particolare nel Mezzogiorno svevo-angioino. Questa curiosità mi è sempre rimasta tanto da leggere, negli anni, i più importanti libri e saggi sulla storia medievale di Napoli.
Venendo all’oggi, tale passione si è concretizzata nel terribile periodo della pandemia che mi ha esiliato per mesi in casa. Di necessità si fa virtù e, quindi, mi sono rimesso a leggere testi e cronache sulle vicende napoletane di età sveva e angioina.
Le ricerche e le tante letture fatte sono sfociate nella redazione di Suite medievale, dove la narrazione si snoda lungo un arco temporale compreso tra il 1231 – anno della morte di Santa Elisabetta di Turingia (o d’Ungheria) – e il 1382 – anno della morte della regina Giovanna I d’Angiò. Occorre precisare che alcuni dei personaggi sono personalità storicamente esistite mentre altri sono di pura fantasia.
Il Graal: perchè questa scelta?
Ho immaginato, prendendo spunto dalle tante interpretazioni avanzate sulla mitica reliquia, che il Santo Graal – calice o talismano – cercato in Europa per ogni dove durante il Medioevo ed osannato nei poemi cavallereschi di Wolfram von Eschenbach o di Chrétien de Troyes, sia circolato anche nel Regno di Napoli.
Peraltro, tra i tanti luoghi dove s’ipotizza possa essere nascosto o che sia passato il Graal, ricorrono l’Abruzzo con più siti, Castel del Monte, Bari e, anche, Napoli, la mia città. Di qui la creazione di questa silloge composta da otto racconti ambientati nel mondo medievale svevo-angioino.
Quindi, sullo sfondo di drammatici e sanguinosi eventi realmente accaduti e di appassionanti vicende personali, il fil rouge dei racconti è costituito dal ricorrente vagheggiamento e dalla ricerca nonché dal presunto possesso del Graal – coppa o amuleto qualunque sia – da parte dei protagonisti delle storie.
C’è una curiosità sul Graal che non sappiamo ma che dovremmo conoscere?
Bella domanda! Mi ha molto sorpreso leggere, di recente, che il soffitto della Sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli è pressoché identico a quello della cappella spagnola del Santo Calice dove, secondo alcuni, sarebbe custodito il Graal, donato da re Alfonso alla cattedrale di Valencia.
Il re in questione è Alfonso V di Aragona, conquistatore di Napoli nel 1442, che si paragonava a Galahad, cavaliere della Tavola Rotonda di re Artù. Proprio lui avrebbe deciso di dedicare al Graal il maniero angioino, disponendo l’inserimento di correlati richiami simbolici nella ricostruzione del castello.
C’è un altro periodo storico in cui ti piacerebbe ambientare un romanzo o dei racconti?
Sì. M’intriga assai la Napoli austriaca, quella di inizio ‘700 quando, nella capitale del Regno, in un contesto sociale lungamente dominato dalla conservazione spagnola, si diffonde la lezione vichiana e si avvertono i primi fermenti illuministici.
Quali sono le difficoltà nell’ambientare un racconto in un passato così lontano?
La difficoltà maggiore è, in questo caso, dover ricorrere, per un’esatta documentazione del periodo, alle fonti cronachistiche coeve o di poco posteriori.
Queste sono scritte o in latino o nella lingua dell’epoca, zeppa di arcaismi e di fraseggio involuto.
Puoi dare qualche consiglio a chi vorrebbe cimentarsi nel romanzo storico?
Nel plot occorre puntare a un misurato equilibrio tra immaginazione narrativa e verità storica. Introdurre personaggi di fantasia è naturale in un romanzo storico, altresì è importante curare la credibilità e la coerenza dei personaggi con il contesto in cui agiscono.
Inoltre è assolutamente necessario leggere attentamente la migliore saggistica sulla vita quotidiana del periodo storico nel quale collocare il romanzo o il racconto onde evitare, per quanto possibile, anacronismi e inattendibilità nelle situazioni e nelle vicende descritte.
Qual è l’ultimo romanzo storico che ti è piaciuto particolarmente e perché?
La vergine napoletana di Giuseppe Pederiali. L’opera mi è piaciuta sia per il
trascinante intreccio narrativo sia perché è uno dei pochi romanzi storici, degli ultimi decenni, ambientati nel Medioevo meridionale, segnatamente nella cruciale transizione dalla dinastia sveva a quella angioina.
- Pederiali, Giuseppe (Autore)
Quali progetti letterari hai per il futuro?
Oltre al citato intermezzo “austriaco”, vorrei rivolgere la mia attenzione all’affascinante epopea normanna nel Mezzogiorno d’Italia e, se possibile, trarne una ispirazione letteraria.