Intervista a Fabio Pelliccione

Oggi intervistiamo Fabio Pelliccione che ci parla del suo romanzo d’esordio Gli uomini dietro lo Scisma.

Il Medioevo è sempre stato uno dei periodi preferiti per gli autori di romanzi storici e Fabio ci porta alla scoperta di Roma e degli intrighi vaticani di fine XIV secolo.

Prima di iniziare la scoperta de Gli uomini dietro lo Scisma, come consuetudine, scopriamo qualcosa di più sull’autore.

Biografia

Sono nato in un piccolo borgo della provincia di Siena 43 anni fa e già da giovane mi sono appassionato al mondo e alla conoscenza. Ho viaggiato in lungo e largo e vissuto molti anni all’estero. 

Ho conseguito una laurea in Tourism Management a York in Inghilterra nel 2002 e un MBA in International Management negli USA nel 2005. Dopo 3 anni passati in Lussemburgo, nel 2017 sono tornato in Italia e adesso continuo a viaggiare il mondo per lavoro ma per la prima volta con una base stabile. Vivo a Firenze con la mia famiglia e di professione sono un dirigente d’azienda.

La mia passione per la lettura, la storia ed in particolare quella della Chiesa medievale mi hanno spinto a scrivere un romanzo storico. Gli uomini dietro lo Scisma pubblicato a Luglio 2019 in self-publishing con KDP è il mio romanzo d’esordio.

Puoi trovare Fabio sui social network seguendo la sua pagina Facebook.

Ma veniamo ora all’intervista vera e propria: buona lettura!

Ci dai qualche dettaglio in più sulla trama de Gli uomini dietro lo Scisma?

Roma, 1378. Dietro la morte di papa Gregorio XI si cela un complotto per riportare la sede della Chiesa ad Avignone, ma la scoperta di una bolla pontificia lasciata dal defunto papa spinge un gruppo di uomini guidati da un anziano cardinale romano e dal fedele archiatra del papa a lottare contro un camerlengo pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo.

A combattere contro la minaccia francese si unirà un coraggioso giovane romano di nome Davide, spinto dall’amore per la sua città e dal desiderio di dimostrare il suo valore ad un padre protettivo, e una giovane mistica che attraverso la sua spiritualità riesce a persuadere i cuori degli uomini. La lotta di potere che ne scaturirà, porterà agli eventi che daranno vita al Grande Scisma che lacerò la Chiesa occidentale aprendo un lungo periodo di scontri fra papi e antipapi che dal 1378 al 1417 si contenderanno il potere della Chiesa.

Una scena de Gli uomini dietro lo Scisma che ti piace particolarmente?

Mi piace particolarmente il momento in cui Caterina da Siena (ovviamente ancora non Santa), si incontra segretamente con papa Gregorio XI per convincerlo a tornare a Roma.

La seguente citazione presa da una delle sue lettere è la mia preferita: «Non ragguardate all’ignoranza, alla cecità, alla superbia dei figlioli corrotti, ignorate la loro prepotenza, abbiate a rammentarvi che questa è la promessa del Divino Maestro, allorché avvisò Pietro che il demonio avrebbe tentato ogni mezzo per corrompere, marcire, rubare pecore del Suo santo ovile che è la santa Chiesa. Fate dunque tutto quello che è in vostro potere acciocché non veniate ad agire secondo la volontà degli uomini, ma piuttosto secondo la volontà di Dio che altro non chiede, e per il quale motivo vi ha posto a sì tanto supremo vicariato.»

Descrivi il libro con tre aggettivi.

Ricercato, appassionante, scorrevole.

Perché (e a chi) consiglieresti Gli uomini dietro lo Scisma?

Il libro trasporta il lettore nel 1378 al tempo del conclave che elesse papa Urbano VI, un importante momento storico per la Chiesa accuratamente rappresentato in tutte le sue ambientazioni.

Una narrazione quasi interamente basata su fatti reali e con solamente pochi personaggi di fantasia. La scrittura, seppur ricercata, è semplice e la narrazione immediata e di facile lettura.

Il racconto include anche riferimenti a vari personaggi storici, alcuni rimasti appositamente anonimi nel libro, con lo scopo di incuriosire il lettore ed invitarlo a scoprirne l’identità.

Se siete appassionati di tutto quello che ruota intorno alla storia della Chiesa nel Medioevo e ai suoi intrighi di palazzo, la lettura de Gli uomini dietro lo Scisma farà di certo al caso vostro.  

Cosa ti affascina del medioevo e in particolare degli anni dello Scisma?

Il Medioevo mi affascina sotto molti punti di vista a partire dalle storie di cavalieri, monaci, alchimisti fino ad arrivare alle crociate, alle lotte di potere tra le famiglie d’Italia e d’Europa, fino alla costruzione delle maestose cattedrali gotiche, la nascita di movimenti monacali e lo sviluppo di nuovi pensieri che daranno poi origine alle eresie medievali.

Per quanto riguarda gli anni dello Scisma, mi ha affascinato scoprire quanto la Chiesa abbia rischiato di rimanere per sempre francese e vedere come Roma abbiano lottato e si sia rialzata dopo la cattività avignonese.

Inoltre, sono sempre stato interessato alla figura di Santa Caterina da Siena che ritengo una tra le figure di maggior spessore nella storia della Chiesa ma anche del panorama storico italiano per tutto ciò che ha fatto durante la sua vita e rappresentato dopo la sua morte.

Perché hai voluto ambientare il libro in questo periodo?

Durante una delle mie tante ricerche sulla storia della Chiesa, ho trovato molto interessante gli avvenimenti che si sono succeduti a cavallo tra il ‘300 e ‘400 quando la Chiesa ha visto al suo interno dei conflitti di potere unici nella sua storia.

A seguito del conclave del 1378 si ebbero 3 papi nello stesso momento (Gregorio XII a Roma, Benedetto XIII ad Avignone, e Giovanni XXIII a Pisa), cosa che durò per molti anni fino al concilio di Costanza (1414-1418) dove nel 1417 con l’elezione di Martino V si ristabilì finalmente un solo papa a capo di tutta la Chiesa cristiana.

C’è un altro periodo storico in cui ti piacerebbe ambientare un romanzo?

Sì certamente. Il periodo tra la seconda metà del 1400 e prima metà del 1500 mi appassiona moltissimo perché offre una vastità di personaggi ed eventi storici molto affascinanti.

Parliamo di papi come Alessandro VI Borgia o Leone X Medici, la Firenze rinascimentale con Lorenzo il Magnifico, la scoperta del nuovo mondo, la Santa Inquisizione, la riforma protestante e ovviamente non mancano i sempre presenti nei romanzi di questo periodo come Leonardo, Michelangelo, Raffaello e molti altri ancora.

Raccontaci un po’ del tuo rapporto con il romanzo storico, sia come lettore che come autore.

La mia esperienza di lettore di romanzi storici è iniziata quando ero ragazzo e leggevo praticamente tutto quello che mi passava sotto mano. Ovviamente con gli anni sono diventato molto più selettivo anche perché sono sempre stato un appassionato di storia ed ho continuamente accresciuto la mia conoscenza del passato attraverso studi e ricerche approfondite.

Quindi, quando la lettura romanzata si distorce troppo dalla realtà a mio avviso perde d’interesse. Ecco perché oggi sono molto più esigente nella scelta dei romanzi da leggere, ma quando trovo un autore che mi piace torno di nuovo ragazzo e mi leggo tutti i suoi libri.

Come autore la mia esperienza è invece molto breve visto che ho pubblicato solamente un libro.

La voglia di scrivere un romanzo storico è nata per caso. Dopo una serie di letture di bassa qualità mi domandai come si faceva a pubblicare dei romanzi storici del genere, senza contenuti o alcuna ricerca storica.

Così un giorno mi lanciai la sfida dicendomi che se venivano pubblicati quei libri allora anche io sarei stato in grado di pubblicarne uno mio e trovarmi dei lettori.

Ovviamente tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare e devo dire che ho avuto degli alti e bassi con momenti di euforia che si alternavano a periodi di bassa produttività. Ma alla fine la costanza ha pagato e sono molto soddisfatto per aver raggiunto il mio obiettivo, sebbene sia consapevole che ci sono dei punti della mia scrittura che potrebbero essere migliorabili.

Ovviamente l’ultima parola spetta ai lettori ma devo dire che i commenti ricevuti fino ad oggi sono stati positivi e molto incoraggianti.

Quali sono le difficoltà nello scrivere un romanzo storico?

L’aspetto sul quale mi sono concentrato molto e che mi ha dato più grattacapi è stato trovare una continuità della trama. Per me era importante che l’intreccio delle storie dei vari personaggi fosse consistente senza lacune o passaggi a vuoto. E’ solamente grazie all’attenta ricerca storica che sono riuscito a far sì che alla fine tutto tornasse. 

Inoltre, da appassionato lettore, volevo che il testo fosse scorrevole e piacevole da leggere, senza troppi intrecci o linguaggi difficili da digerire.

Devo dire che alcuni passaggi li ho dovuti rivedere più volte perché non mi soddisfacevano e la frustrazione in certi momenti era alta. Per me è stato importante seguire alcuni buoni consigli di altri autori che ho trovato in rete.

Come sempre l’esperienza fa la differenza e devo dire che già nell’ultima parte del libro mi sentivo molto più a mio agio nel raggiungere quel tipo di scrittura a cui puntavo.

Un’ulteriore difficoltà è stata anche conciliare la mia attività professionale, che mi tiene molto impegnato, con la scrittura. Non essendo uno scrittore di professione, ho dovuto ritagliarmi degli spazi di tempo dove potermi dedicare al libro. Sicuramente i weekend erano i momenti migliori dove riuscivo a passare qualche ora a scrivere, ma anche gli innumerevoli lunghi viaggi in aereo che faccio per lavoro dove nel buio della cabina a volte riuscivo a scrivere per ore e ore senza accorgermi del passare del tempo.

Ricordo una volta partii da Roma per Delhi in India e rimasi incollato alla tastiera tutto il tempo. All’atterraggio, un passeggero vicino che aveva capito che stavo scrivendo un libro mi disse che non aveva mai visto una concentrazione tale per così tanto tempo e mi fece un in bocca al lupo per il libro. 

Tutta la ricostruzione del periodo storico è stata invece veramente un piacere farla perché oltre alla ricerca degli avvenimenti storici più rilevanti che solitamente sono più noti e facili da ricercare, ho appreso anche tanti aspetti di dettaglio riguardo la vita comune dei romani alla fine del 1300, da come si vestivano e mangiavano a come vivevano e facevano affari, ma anche come si presentava la città di Roma nei suoi palazzi e rioni immersi tra le antiche rovine che avevano un aspetto sicuramente diverso da come le vediamo oggi noi. 

Puoi dare qualche consiglio a chi vorrebbe cimentarsi in questo genere letterario?

Da scrittore neofita non ho molti consigli da dare se non quello di appassionarsi alla storia che si vuole scrivere e ricercarla con la curiosità di un bambino perché solamente in quel modo si possono trovare le energie e la voglia di aprire di nuovo il computer per scrivere una nuova pagina o un ulteriore capitolo e di rifarlo per il tempo necessario a completare il libro, che può equivalere a mesi o anni.

Qual è l’ultimo romanzo storico che ti è piaciuto particolarmente e perché?

Uno degli ultimi romanzi che ho letto è In nome dei Medici di Barbara Frale.

Le competenze di storica e ricercatrice fanno della Frale una scrittrice appassionante e precisa nei dettagli.

Inoltre, il periodo storico è uno tra i miei preferiti quindi una lettura che non potevo farmi sfuggire e un libro che non poteva mancare nella mia biblioteca.

Quali progetti letterari hai per il futuro?

Alcuni dei miei lettori mi hanno chiesto di fare il seguito de Gli uomini dietro lo Scisma. Ovviamente le trilogie vanno di moda e credo che ci sia lo spazio per farlo ma per il momento non ho in progetto di farlo anche se è un’opzione che sicuramente considererò in futuro.

Attualmente sto lavorando ad un altro libro che sarà più un thriller storico piuttosto che un romanzo. Sono ancora nella fase embrionale e ci vorrà del tempo prima di portarlo a compimento ma mi piace sapere che è lì ad aspettarmi ogni qualvolta trovo qualche ora da dedicarci.

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