Intervista a Linda Lercari

Sono contento di presentarti la prima intervista a un autore di romanzi storici.

Oggi ci fa compagnia Linda Lercari, con il mare nel DNA e forse proprio per questo interessata a esplorare mondi che, come l’Oriente, sono sempre meno misteriosi, ma ancora così lontani e affascinanti, per usare le sue stesse parole.

Linda ci parla di due sue opere: Kaijin – L’ombra di cenere, che ci porta a conoscere il Giappone del periodo Kamakura, nel nostro basso Medioevo; e Enrico VIII, un’opera interessante scritta a quattro mani con Antonio di Bartolomeo.

Potete trovare più informazioni su Linda sul suo sito web ufficiale, www.lindalercari.it.

Chi è Linda? Assomiglia alla Linda scrittrice?

Come ogni scrittore anche io « scrivo di ciò che conosco » quindi molta della mia vita entra di prepotenza nelle storie. Soprattutto in Kaijin che io ritengo essere il mio testamento artistico,  in ogni caso la Linda di tutti i giorni viaggia sempre con un taccuino e una penna per appuntarsi quanto le accade nella vita di tutti i giorni per poi riportarlo alla bisogna. Niente come la realtà per aiutare la fantasia

Ci dai qualche dettaglio in più sulla trama di Kaijin – l’ombra di cenere?

Un romanzo ambientato nel periodo Kamakura, precisamente nel 1330, un medioevo nipponico meno conosciuto di quello che tradizionalmente vediamo utilizzato nei film o nei fumetti. Una storia che parla di fedeltà e di onore, due samurai che vivono insieme per tutta la vita, uno l’ombra dell’altro. Fra loro un terribile segreto che solo la morte potrà svelare.

Una scena di Kaijin che ti piace particolarmente?

Quando il signore del castello ancora poco più che un ragazzo salva da morte certa il piccolo contadino che poi sarà destinato a diventare il suo più fedele samurai.

Descrivi il libro con tre aggettivi.

Evocativo, magico e spiazzante

Perché (e a chi) consiglieresti Kaijin?

Lo consiglio perché è un libro sulle occasioni perdute, ma anche uno sprone a non lasciarsi sfuggire la felicità prima che sia tardi. Perché insegna a credere nelle proprie forze e a perseguire qualsiasi sogno senza mai perdersi di coraggio. Lo consiglio a tutti, non è solo un romanzo sulle arti marziali e sui samurai, ma parla di amore e di perseveranza, argomenti cari a chiunque.

Cosa ti ha spinto ad ambientare il libro nel Giappone medievale?

Pratico il Kendo che è la scherma giapponese e mi è venuto naturale pensare alla psicologia giapponese, al loro modo di dividere il mondo in Omote e Ura, ovvero ciò che si può mostrare e ciò che va tenuto nascosto

Cosa non sappiamo dei Samurai?

Soprattutto che erano esseri umani come tutti noi, coi loro dubbi, i loro difetti, con grandi pregi e tante debolezze. Samurai vuol dire servitore, il loro servizio era tale da donare la vita stessa al loro signore riuscendo a superare i vincoli della propria carne mortale.

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Kaijin. L'ombra di cenere
  • Lercari, Linda (Autore)

Presentaci Enrico VIII e il libro su di lui.

Sono stata invitata dalla Pluriversum edizioni a collaborare con loro a un interessante progetto divulgativo. Si tratta di una piccola collana di volumetti di solito scritti da due autori, uno che si occupa della parte monografica e storica di un certo periodo e uno che, invece, tratta la parte narrativa in modo da non appesantire la fruizione. Libri in cui la saggistica e la narrativa si completano a vicenda. Io ho scritto il racconto « Damigella » ambientato alla corte di Enrico VIII mentre la parte monografica è stata curata da Antonio Di Bartolomeo. « Damigella » tratta la storia di una delle dame di corte al servizio di Anna di Cleves, una delle mogli più bistrattate, l’unica con la quale sembra che il re non abbia mai avuto rapporti.

C’è una curiosità su Enrico VIII che non sappiamo ma che dovremmo conoscere?

Moltissime cose sono state dette su di lui e tante altre se ne potrebbero scoprire. Non è stato solo un re sanguinario e ossessionato dall’avere un erede maschio, è stato un fine musicista, un uomo colto – avrebbe dovuto prendere i voti se non fosse morto suo fratello – e, soprattutto, una persona molto, molto infelice.  Da giovane era anche un uomo di bella presenza, atletico e dai tratti affascinanti.

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C’è un altro periodo storico in cui ti piacerebbe ambientare un romanzo?

Adoro la storia, spero di venir presto coinvolta in un altro progetto simile, magari qualcosa sulla Rivoluzione Culturale Cinese oppure sulla rivolta dei Boxer.

Raccontaci un po’ del tuo rapporto con il romanzo storico, sia come lettrice che come autore.

Credo che sia una delle forme più complesse di narrativa se fatte con professionalità. Evitare anacronismi è difficile e l’errore è subdolo e sempre dietro l’angolo. Sin da ragazza ho studiato storia aiutandomi anche coi romanzi storici in modo da avere una visione più divertente di quanto stessi studiando e devo anche ringraziare mia madre che mi ha sempre aiutata in questo raccontandomi tanti aneddoti interessanti sui vari personaggi storici, per lei era come parlare di « gossip » ha sempre reso la storia antica come qualcosa di moderno, attuale, vivo. Spero di riuscire allo stesso modo a restituire quelle sensazioni nei miei romanzi.

Quali sono le difficoltà nello scrivere un romanzo storico?

Dipende dal periodo. Per Kaijin la mancanza di informazioni ha reso tutto più complicato, ho dovuto anche chiedere qualche notizia a dei miei amici giapponesi attraverso internet. Una vera faticaccia.

Puoi dare qualche consiglio a chi vorrebbe cimentarsi in questo genere letterario?

Soprattutto leggete tanta, ma tanta saggistica. Sembra noiosa a volte, ma solo con una buona base si può inventare una storia credibile che attragga i lettori e che renda giustizia ai vostri personaggi.

Qual è l’ultimo romanzo storico che ti è piaciuto particolarmente e perché?

Il mio preferito in assoluto è Predatore di Jennings per la semplicità e umanità con cui parla di personaggi importanti come Teodorico o Boezio, un romanzo che ci riporta a quel periodo storico con una naturalezza incredibile.

Quali progetti letterari hai per il futuro?

Tanti, troppi. Essendo una scrittrice multi genere spazio in vari argomenti, questo mi permette di non soffrire del cosiddetto « blocco dello scrittore », ma ultimamente mi sono anche dedicata al ghostwriting professionale e sono stata curatrice di due antologie per Idrovolante edizioni. Ogni giorno è un’avventura. 

Grazie per le belle domande e grazie per il tempo che mi avete dedicato.

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